In gravidanza previeni i danni da zuccheri e controlla il peso

Il momento in cui una donna scopre che una vita sta crescendo assieme a lei è sempre delicato e richiede un po’ di tempo per essere metabolizzato. 

Certamente, tra le molte domande che una donna in gravidanza si pone, una è legata a come mangiare in modo da nutrire correttamente lei e la creatura che porta in grembo.

Purtroppo uno degli errori più frequenti che  può però avere ripercussioni sia sul peso post-gravidico sia sulle possibili complicanze in gravidanza è il concedersi qualsiasi cosa sempre e comunque.

In gravidanza, per le donne sane, l’aumento del fabbisogno è modesto e certamente non è aumentato il fabbisogno di zuccheri semplici, di cui spesso si eccede con la scusa “tanto sono in gravidanza”.

Le proteine sono i macronutrienti  generalmente più richiesti e il cui fabbisogno aumenta progressivamente. 

Una delle accortezze che sicuramente bisogna avere in gravidanza è quella di assicurarsi che i pasti siano completi e che contengano fin dalla prima colazione una fonte di proteine sane (come anche indicato nel famoso “piatto della salute” della Harvard Medical School).

Allo stesso tempo risulta fondamentale tenere a bada la voglia di zuccheri semplici che spesso aumenta quando i pasti sono sbilanciati. È fondamentale, infatti, poter intercettare il prima possibile condizioni potenzialmente pericolose che possono manifestarsi in gravidanza come il diabete gestazionale.

Una delle accortezze che sicuramente bisogna avere in gravidanza è quella di assicurarsi che i pasti siano completi e che contengano fin dalla prima colazione una fonte di proteine sane.

Questo non significa che una donna in gravidanza non possa emotivamente essere coccolata da un buon gelato occasionale o da un pasticcino,  ma è importante controllare al meglio l’alimentazione nel quotidiano proprio per salvaguardare mamma e bimbo.

Il lavoro pubblicato dal nostro gruppo di ricerca su Nutrients fa emergere l’importanza di misurare albumina glicata e metilgliossale, due marcatori innovativi che possono rappresentare la “spia” di una mamma che presenta già una alterata sensibilità agli zuccheri.

Eseguire un test come il PerMè Test o il Glyco Test, che affiancano alle misure di albumina glicata e metilgliossale anche un chiaro approccio dietetico, può rappresentare il primo passo per aiutare le mamme in questo periodo delicato e sostenerle attraverso un’alimentazione sana e consapevole, senza rinunce, ma soprattutto in grado di migliorare e gestire la sensibilità zuccherina e il controllo del peso

A cura della Redazione Scientifica GEK Lab